Sarà presente il Maestro.
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Si apre con un Omaggio la stagione espositiva dello Studio F 22.
La mostra è dedicata a due Maestri che per molti anni hanno esposto nella galleria portando un afflato internazionale alla visione di un pubblico affezionato e avido di conoscere.
Horacio Garcia Rossi (Buenos Aires, Argentina, 1929) e Joel Stein (Sint-Martin Boulogne, Francia, 1926) ci hanno lasciato lo scorso anno con l'inevitabile profonda tristezza che accompagna la perdita non solo di due artisti di grandissima importanza, ma anche di due amici, che non si sono mai negati nell'accompagnare le loro opere con la loro profondissima, umana relazione. Fondatori nel 1960 del G.R.A.V. (groupe de recherche d'art visuel) hanno partecipato a quella vivace stagione con la forza e la spensieratezza di una giovinezza viva, rivoluzionaria, dotata di energia e innovazione che avrebbe lasciato un segno indelebile per le generazioni future, ed oggi le loro opere sono presenti in grande copia nelle collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. Di grande bellezza e suggestione è la sezione permanente che il Centre George Pompidou, a Parigi ha raccolto con le opere di tutti gli artisti del gruppo.
Hanno entrambi privilegiato la pittura, là dove le esperienze collettive, e poi via via soggettive, miravano verso la sperimentazione di vari e nuovi materiali, con esiti volutamente destabilizzanti propri dell'arte concreta e visiva. Anche se gli stessi non si sono sottratti ad imprese di grande impatto pubblico (Stein nel cinema, Garcia Rossi nell'architettura).
E' stata la vocazione per il colore, e di conseguenza la restituzione della luce che il colore sostanzia a portarli verso una rappresentazione dell'arte come pura visibilità. Così che nelle loro opere, specialmente le ultime, si rispecchiano le loro personalità che abbiamo avuto l'onore e il piacere di conoscere: squillante e strabordante di energia, di gioia, in Garcia Rossi, pacato, intimistico e quasi calligrafico nel segno nell'opera di Stein.
Vederli qui, riuniti insieme, ci consola della perdita, e ci restituisce la possibilità, per ognuno di noi, di riflettere su quanto il ricercare, il condividere, il restituire rendano gli uomini migliori e cosegnino all'eternità una lezione etica ed estetica, di responsabilità che non possiamo ignorare.
Romualdo Inverardi
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