Jorge Eduardo Eielson



Jorge Eduardo Eielson
nasce il 13 aprile 1924 a Lima (Perù), da madre peruviana e padre nordamericano di origine norvegese. Fin da piccolo dimostra di essere eccezionalmente dotato per la scrittura, la musica e la pittura. A soli 21 anni e con la prima raccolta di versi pubblicati, Reinos, vince il premio nazionale di poesia del Perù. L'anno successivo inizia a pubblicare i primi disegni su riviste e giornali di Lima. Nel 1948 espone nella sua prima mostra personale opere grafiche, dipinti e sculture. Molto inserito nell'ambiente intellettuale della sua città, desidera intensamente conoscere l'Europa. Nel 1949 ottiene una borsa di studio che gli permette di trasferirsi a Parigi. Lì conosce e si inserisce nel movimento Madi, con cui fa la prima mostra europea, nel Salon des Réalités Nouvelles (si tratta di lavori astratti e geometrici e di mobils). Nel 1951 giunge a Roma, dove decide di stabilirsi. Entra a far parte del gruppo L'Obelisco e stabilisce rapporti di amicizia con Dorazio e Rotella. Fa diverse mostre, ma tra il 'S4 e il '58 si concentra nell'attività letteraria. Eielson partecipa alla Biennale di Venezia nel '64, nel '66 e nel '72; alla Mostra d'Arte Latinoamericana del Festiva] dei Due Mondi di Spoleto, alla Biennale di Parigi, dove realizza inoltre diverse mostre. Gli anni settanta lo vedono ugualmente attivo nel campo artistico e nel campo letterario. Di ritorno in Italia, si stabilisce a Milano. Il lavoro letterario e il lavoro artistico seguono strade parallele, con ritmi ugualmente intensi, ma di li a poco si produrrà - o almeno risulterà evidente - la congiunzione tra i due. E tale congiunzione passa sicuramente attraverso la configurazione del nodo/kipu. Nel 1988 partecipa alla Terza Biennale de L'Avana. Muore l'8 marzo zoo6. Alla Biennale di Venezia del 2007 il Perù gli rende omaggio, riservandogli l'intera sala espositiva.

"UN LUCIDO GENTILUOMO DI PROVINCIA"
Da quando ho incontrato Franco Rossi, ho avuto la sensazione di trovare un alleato nel difficile percorso che porta alla completa realizzazione di un artista. Perché un alleato? Perché Rossi é, in Italia, uno di quei rarissimi galleristi che non badano ad altro che alla qualità intrinseca dell'opera, sia essa fatta da un suo simile, da un marziano o da una formica, come lo dimostra chiaramente presenza di diversi artisti internazionali nella sua galleria. I veri valori umanistici dell'arte sono, per questo lucido gentiluomo di provincia, non valori aggiunti, ma sostanziali, non valori relativi, ma assoluti, come lo sono sempre stati nei grandi momenti dell'arte di tutti i tempi. Credo proprio che questa concezione così trasparente della creatività artistica sia un patrimonio che ormai sopravvive solo nella provincia italiana -così ricca di tradizioni- che, per l'appunto, ribalta a suo favore questo nobile privilegio, così bistrattato nelle grandi città, dove spesso prevalgono i condizionamenti sociali, politici, economici ed altri. Dobbiamo essere grati, quindi a Franco Rossi - il cui bellissimo spazio, tra l'altro, sarebbe degno di qualsiasi città europea - per questa sua generosa passione che, unita al rigore delle sue scelte, hanno fatto dello Studio F.22 di Palazzolo sull'Oglio, un centro d'irradiazione non solo in Lombardia, ma anche nel resto dell'Italia artistica.
Jorge Eduardo Eielson