Getulio Alviani


Getulio Alviani nasce a Udine nel 1939. È protagonista della vicenda dell'arte programmata e gestaltica che tenne banco sulla scena italiana fra gli anni sessanta e settanta grazie anche al sostegno critico e teorico di Giulio Carlo Argan. Dalla fine degli anni cinquanta si interessa di strutture plastiche e di cognizioni visive in campo industriale, frequentando studi di architetti e ingegneri. Le superfici a testura vibratile realizzate da Alviani nel 1960 si impongono subito all'attenzione di tutti: il trattamento dei piani in alluminio ed acciaio dà vita a strutture di immagini cangianti a seconda della rifrazione della luce. È la prima espressione di quella poetica del concretiamo, cresciuta in Italia sulla scia dell'esperienza storica del Bauhaus e di maestri come Albers, Wachsmann, Max Bill. Nel 1962 partecipa alla mostra Arte Programmata a Venezia, Roma, Dusseldorf, Leverkusen e alla mostra Zero nella Galleria Diogenes di Berlino. Prima personale all'estero presso la Galerie Denise Renè di Parigi nel 1963 seguita da una seconda, nello stesso anno, al Museo di Leverkusen. Nel 1964 è invitato alla Biennale di Venezia ed espone nella mostra Nouvelles Tendences al Palazzo del Louvre di Parigi. Nel 1965 partecipa alla mostra The Responsive Eye al MOMA di New York e crea le prime stanze-ambienti con pareti a superficie vibrante. Nel 1968 partecipa a Documenta 4 di Kassel. Dal 1971 al 2003 tiene mostre personali in vari paesi. Dal 1981 al 1985 dirige il Museo d'Arte Moderna di Ciudad Bolivar, Venezuela. Viene nuovamente invitato alla Biennale di Venezia nel 1986 e nel 1993.